Mio marito che ne pensa? La vita di coppia durante la fecondazione assistita.
Nei commenti che seguono alcuni miei video, commenti rispettosi ed educati, mi è stato chiesto cosa pensasse mio marito del nostro iter di procreazione assistita e come mai, nel corso dei miei interventi non lo ringraziassi e non lo definissi, come altre, la mia "ragione di vita".
Rispondo con poche parole: stavolta sono stata sintetica!
Nell'attesa del mio sesto tentativo di fecondazione assistita, alcune considerazioni su una controindicazione minima, ma con risvolti psicologici: l'aumento di peso durante e dopo la terapia.
L'assunzione di ormoni e, nel mio caso, di cortisone fa ritenere i liquidi e prendere qualche chilo, facendo gonfiare soprattutto la pancia.
Come reagire e accettarsi dopo un test negativo quando all'apparenza si è al quinto mese di gravidanza?
Come sentirsi a proprio agio anche in costume?
Non si parla di forma stereotipata di bellezza falsamente equiparata alla magrezza, ma delle fattezze che ricordano il fallimento di un tentativo di fecondazione assistita.
Sotto l'albero ho già scartato il mio regalo, o meglio, il mio primo regalo.
Sono convinta che Babbo Natale sarà ancora generoso.
Per il 2019 avevo programmato tutto: fecondazione assistita a gennaio; master in Italia a partire da aprile; trasferimento in un'altra nazione dopo la primavera; voli che colleghino l'Italia con la parte di mondo che mi sarà casa; 16 eventi culturali da organizzare.
Devo ringraziare Lucie, la mia fertililty guide, se ha scombinato i miei piani, anteponendo la mia salute e le percentuali di successo del mio sesto tentativo e proponendomi di aspettare l'estate per la mia prossima fivet.
Ciò che so del 2019 è poco.
Non so quando e se lascerò Copenhagen e dove andrò. Danzo fra le ipotesi, con il sorriso.
Tuttavia, so che sarà un'avventura intensa e che nel mio cuore c'è un amore in più, per sempre.
Vi racconto nel dettaglio nel video a seguire.
Buona visione e Buon Natale
Quando si manca di sensibilità verso gli infertili?
Parlare dei propri figli può ferire chi non ne ha?
La sensibilità, il tatto e l'empatia (parola tanto usata nei nostri tempi) sono alla base di un rapporto sincero e intimo ma anche di una relazione sociale con l'altro fondata sullo scambio reciproco.
Quando ci si rivolge ad un infertile o a un presunto tale è opportuno parlare della propria genitorialità come unico senso della vita e unica forma ci completezza come persone e come coppia?
C'è un limite da non superare?
Chi ha facilmente figli deve ricordarsi che non per tutti è cosi?
Le famiglie incentrate solo sui figli devono accettare modelli genitoriali diversi, con maggiore apertura al mondo?
Gli infertili devono imparare che il loro problema non li rende il centro dell'universo e devono imparare a gestire le normali conversazioni?
"Senza figli non si può essere felici oppure senza rassegnarsi non si vive?"
Registro il seguente video in un momento di pausa dalla procreazione medicalmente assistita: dopo 5 tentativi con esito negativo, ritenterò in primavera a Praga.
Vi parlo dei consigli e delle convinzioni di molti, spesso lontani dalle problematiche dell'infertilità, che, non volendo, hanno una visione errata della nostra condizione e non mancano di comunicarcelo, anche senza che sia chiesto esplicito intervento.
E, dunque, ecco la mia PERSONALE risposta alle seguenti affermazioni:
1. Chi non ha figli non avrà un matrimonio felice e completo.
2. Chi non accetta la propria infertilità e intraprende il cammino della fecondazione assistita non si gode la vita.
3. Le persone infertili, dal momento che oggettivamente soffrono per la mancanza di un figlio, sono infelici, depresse e frustrate. Le altre, purchè fertili, non corrono il rischio di esserlo.