I miei liv

Aspetta.
Ascoltami.
Sono una Donna come te.

lunedì 20 novembre 2017

Compio 40 anni e non sono mamma. Tutta la verità

Non aggiungerò troppe parole al video che seguirà, perchè vi chiedo di forare lo schermo, bere un tè e assaggiare un biscotto. A casa mia, che non è così lontana, basta un click.



Buon compleanno a me e grazie a voi



giovedì 26 ottobre 2017

Con l'Endometriosi si può!

 Da tempo non vi scrivevo.
La mia terza, e finora ultima, fecondazione assitita risale a fine giugno. Un insuccesso.
Ho condiviso con voi la voglia di reagire, di non abbattersi, perchè è vero e innegabile che la mia vita è e sarà bella (non perfetta) se io sarò pronta ad accogliere quanto mi regala, non a pretendere quanto suppongo che mi deva.
La mia vita è generosa, davvero.
Forse moltissimo, e sceglie il meglio per me, forse con parsimonia, e il meglio per me lo sceglierò io, nei margini di azione che come essere umano mi sono consentiti.
Vi ho raccontato dei miei progetti "fivettari", ossia di una pausa di sei mesi, nei quali covo me e il mio benessere, e di una nuova avventura a partire dal 2018, molto probabilmente in Spagna.
Sto effettuando una mappatura genetica e mi sto sottoponendo ad esami pre-concepimento e relativi alla poliabortività; ho prenotato un'isteroscopia e una mammografia: tutti controlli che le cliniche iberiche richiedono, prima di iniziare un trattamento, mentre le scandinave no.

Ovviamente, pur non mancando il desiderio sano e legittimo di un figlio, in questo periodo non è in cima ai miei pensieri.
Una pausa è una pausa. 
E non sempre essa coincide con il relax, anzi, nel mio caso si tramuta in un tour de force fra libri da leggere e da scrivere, eventi e presentazioni per tutta l'Italia, partecipazione alla creazione di Antologie di racconti, come autrice o come giurata, corsi con allievi meravigliosi a cui insegno e da cui molto ricevo.
E non è tutto.
Ci sono rapporti umani intensi da godere, frivolezze rosa e rosse da prendere, feste da allestire, gomitoli da sferruzzare, tacchi vertiginosi su cui piroettare, vacanze da pianificare, trasferimenti su cui sognare.  

Ma la vita ha forse pause?
Quando ci sembra di star fermi, stiamo mettendo radici, ci stiamo allungando sotto la terra fino a sfiorare posti lontani. 
Quando ci sembra di star fermi, stiamo preparando valige per viaggi metaforici.
Io metto radici, con i rami sfioro il cielo, con le foglie volo per il mondo, con i fiori mi adorno di piccole bellezze.

Il video che seguirà ha come tema la mia malattia: l'Endometriosi.
Quello che avete letto finora e quello che ascolterete in seguito nel video vi parrà normale, ma in una donna affetta dalla mia patologia è una conquista.
Con l'Endometriosi si può... ora ve lo racconto, a modo mio.





mercoledì 16 agosto 2017

Chiacchiere e Progetti di una fivettara

Le mie vacanze sono imminenti e mi scopro felice, positiva, piena di progetti e sogni. 
Dopo tre tentativi falliti di fecondazione assistita, non è facile, eppure mi è venuto naturale rialzarmi e riprendere a camminare, saltare o correre, assecondando il ritmo degli eventi.
Credo che il comunicare e l'aprirsi al dialogo sia terapeutico, nella consapevolezza che, se si vuole ricevere, si deve essere pronti per primi ad accogliere.
Ringrazio quanti mi sono vicini, non solo augurandomi di diventare mamma, ma soprattutto stimolandomi ad essere una persona serena e "fertile", nell'accezione più ampia del termine. 
Ho deciso di sottopormi ad un altro trattamento a fine anno, di fare esami di controllo in settembre e, nel frattempo, sorrido alla vita. 


lunedì 17 luglio 2017

Un'estate di sole, amore, cuore e... esami!

Eccomi qui, a dieci giorni dall'ultimo test negativo, esito della mia terza e ultima fecondazione assistita a Copenhagen. 
Non posso formulare giudizi medici sul centro, posso affermare che non è adatto a me, a noi, e non solo per l'insuccesso, che è sempre e ovunque da mettere in conto.
Preferisco un approccio terapeutico diverso, che io definirei più scrupoloso, semplicemente come paziente, senza dare alle mie riflessioni niente di più che il peso dell'opinione personale di una persona che ha studiato letteratura, filosofia e iconografia, non tecniche di riproduzione medicalmente assiste.
Ho contattato un paio di centri esteri, ossia, nel mio caso, non danesi: ancora non ho scelto a chi affidarmi, ma, in comune, essi prevedono una lunga lista di esami che deve precedere la stimolazione ovarica e l'impianto, in modo da capire meglio le cause di fallimento e poter intervenire, a volte con una semplice cura, se si tratta di un'infenzione, per esempio, a volte con un trattamento più impegnativo, se si tratta di problemi ormonali o tiroidei, per esempio. Vi sono poi esami relativi alla poliabortività e alla mappatura genetica: su quest'ultima non si può intervenire, ma è bene esserne edotti, infatti i centri non accettano di intraprendere un trattamento senza di essi, che escludono gravi patologie come la fibrosi cistica.
Si tratta di analisi del sangue e delle urine, che dovrà eseguire anche mio marito, più la ciliegina sulla torta per me, ossia l'isteroscopia: esame in sedazione, che si effettua in sala operatoria in day hospital. Ho già esperienza di tale controllo, fatto a scopo diagnostico, ma sono passati ben sette anni, è tempo di rifarlo.
Quindi, rispetto ai tre esami di Copenhaghen, vertenti su HIV e epatite, ora i controlli prevedono:

Esami ormonali
TSH, fT3, fT4
AMH, Prolattina
HbsAg, HBcAb; HCV, HIV 1,2, TPHA e VDRL (entrambi) validità 6 mesi
Toxo-test, Rubeo test, CMV (IgG, IgM) validità 6 mesi
Elettroforesi emoglobine patologiche (entrambi)
Ricerca Mutazioni Fibrosi Cistica (entrambi)
Cariotipo con carigramma (entrambi)
ACA, LAC, ANA, ASMA
Anticorpi antiTG e TPO
Mutazione del fattore II, fattore V di Leiden, MTHFR
Omocisteina
Antitrombina III
Proteina S e proteina C
Gruppo sanguigno e fattore RH (entrambi)
Tempo di protrombina e tempo di tromboplastina parziale attivo

Esami ginecologici

Pap-test validità 1,5 anni
Tampone vaginale con ricerca di germi comuni e miceti validità 2 mesi
Tampone cervicale con ricerca di Mycoplasma, Ureaplasma
Tampone cervicale con ricerca di Clamydia Trachomatis mediante PCR
Mammografia bilaterale validità 2 anni
Ecografia mammaria bilaterale validità validità 1 anno
Isteroscopia validità 1anno

Sono serena, positiva ma non illusa. Di una cosa sono sicura: io sto dando il mio massimo, riceverò qualcosa, forse non un figlio, ma qualcosa sì. 


sabato 8 luglio 2017

E dopo tre insuccessi che si fa?

Mi rivolgo a te.
A te che hai appena pianto per l'assenza di una linea rosa.
A te che ti sei disperata per un aborto.
Non importa da quanto tempo cerchi un figlio.
Non importa quanti insuccessi hai avuto.
Non importa in che modo, se naturale, se tramite inseminazione intrauterina, se tramite fecondazione assistita.
Non importa: puoi capirmi. Posso capirti.

Sei attorniata da persone che ti amano e si dispiacciono per te.
Alcune vivono la tua stessa sconfitta, come il tuo compagno, altre la vivono con te, come la famiglia e gli amici.
Ogni frase che ti diranno non sarà quella giusta, perchè dopo un lutto servono più gli abbracci che le parole, si sa.
Alcune persone ti diranno di non mollare: ti sentirai sotto pressione e temerai di non reggere a tanto, di non essere tanto forte come altre madri sono state.
Altre persone ti diranno di rilassarti e procastinare: ti sentirai non compresa e tenterai di giustificarti per essere stata definita "provata, smunta, spenta".

Pensa che nessuno vuole farti sentire inadeguata, vuole solo fare del proprio meglio per te.

E pensa che la decisione giusta per te e per il tuo compagno potete prenderla solo insieme, con l'appoggio di medici nei quali riponete la vostra fiducia.

Sorridete. 
Molte prove della vita stancano, anche quelle che portano felicità (un bambino di tre mesi in preda alle coliche vi donerà occhiaie nere sotto gli occhi e qualche frecciata di nervosismo con il padre :-D ).
Sorridete. 
Non siamo perfette.
Nessuna lo è. Nemmeno le donne fertili.

Vi posto una foto scattata oggi, dopo test negativo e arrivo mestruazioni.
Sono in un caffè- ristorante messicano, sono serena ma un po' provata.
Sono imperfetta. E mi amo.
Cosa farò?
Recensirò un libro, comprerò un vestito, scriverò un romanzo, prenoterò le prossime vacanze, piangerò davanti ad un film.
E riguardo a Ludo?
Prenderò, con mio marito, la nostra decisione. Non sarà la migliore, sarà la nostra.





mercoledì 5 luglio 2017

12mo giorno post transfer: esito negativo. Terza Fivet

5 luglio 2017

Ho aspettato fino al 12mo giorno, quasi un atto eroico. 
Stamattina, a due giorni dal test di gravidanza, ho eseguito un test di ovulazione, sicuramente non preciso, ma che di solito riesce a indicare la presenza dell'ormone beta HCG, in quanto ha una struttura simile a quella dell'LH, che determina il picco ovulatorio.
Bando alle ciance, è negativo. 
Sommando questo dato ai dolorini premestruali e al cambiamento della struttura del seno, sono pronta al test di gravidanza, presumibilmente negativo, di domani.


6 luglio 2017
Ho fatto il test di gravidanza: è negativo.
Sono uscita con un'amica e la sua bimba godermi il sole (prezioso di Copenhagen).
Alla prossima sfida.

sabato 24 giugno 2017

Post transfer. Terza Fivet

24 Giugno, San Giovanni. 
A Copenhagen infuria la pioggia e da ieri io cullo un embrioncino, in seguito al transfer in terza giornata. Purtroppo solo uno, gli altri tre ovociti erano di scarsa qualità: speriamo sia LUDO. 
La terapia per le prossime due settimane, fino al test di gravidanza (no, non aspetterò così tanto, lo so!), consiste in tre ovuli di progesterono al giorno.

martedì 13 giugno 2017

5 giorni di stimolazione e 5000 parole. Deliri da Terza Fivet

Ed eccomi qui, nel video a seguire, scompigliati dal vento i miei riccioli oggi non piastrati, a raccontare la storia di una terza stimolazione, che è il capitolo, uno dei tanti, della storia di una Donna. 
Una Donna con l'endometriosi, che desidera un figlio.
Una Donna che cade, ride, piange, combatte. Una come voi.

Terapia:
Gonal F 125  mg (dal 1 al 5 giorno)
Gonal F 125 mg Più Orgalutran 0, 25 mg (dal 6 al 7 giorno)
Orgalutran 0, 25 mg (8 giorno) 
CONTROLLO ECOGRAFICO



giovedì 8 giugno 2017

In balia degli ormoni si balla. Inizio 3 Fivet.

Scrivo seduta sul letto, le gambe nude sotto il piumone. 
No, non sono esattamente seduta, a onor del vero sono parzialmente sdraiata. 
Accanto a me, sul comodino, biscotti, cioccolatini (lo so, non li posso mangiare: li guardo e basta!), libri, un lavoro a maglia in attesa di essere finito (neanche la tela di Penelope fu così laboriosa!), salviette struccanti, un termometro (anzi due, ciascuno con la propria opinione sulla temperatura corporea!), uno sciroppo per la tosse (bronchite che mi accompagna da un mese). 
Una menzione d'onore spetta ad una sorta di maxi sigaro cinese, datomi dalla agopunturista, per emanare calore sulla pancia. Non so i benefici sul mio utero, ma, dall'odore che aleggia nella stanza e dal mio sguardo perso, sembra che mi sia fatta una canna.
Indosso una camicia da notte bianca, un po' ingrigita da qualche lavaggio disatroso, ho i capelli legati e arruffati, una bella macchia solare sulla fronte (souvenir delle scorse fivet), che contrasta con il pallore del viso (che è una costante), e una nausea infinita. Spero che il grassetto basti a far comprendere tutti gli effetti dello stato.
Una nausea tale che ha convinto tutti i miei compagni di vacanza in Francia, a cui credo di averlo detto in tutti gli idiomi, che io fossi incinta. No, no. Troppo banale! Figuriamoci! 

Oltre il mio letto, il KAOS cosmico generato da due viaggi nello stesso mese, l'ultimo del quale appena concluso (lo si evince dalle valigie ancora intonse!).
Eh, sì, direte voi, l'effetto degli ormoni è devastante.
Concordo, vi rispondo, ma la mia prima iniezione di GONAL F, dosaggio 125 (qui in Danimarca danno dosi molto basse) la dovrò fare stasera, quindi sto così PRIMA DI INIZIARE, al terzo giorno di una mestruazione da film horror.

Desiderio?
Coraggio?
Determinazione?
Non lo so. Ma io sono abituata a dare una mano alla Vita (e alla Cicogna!), ad aiutarla, a spronarla.
A volte mi ascolta, a volte no. A volte mi regala ciò che non chiedo.
Staremo a vedere!

La foto che vi posto ora non è contemporanea alla scrittura del post, è stata scattata durante la scorsa mestruazione, ma ora non ho una fotografa professionista sottomano :-P .

Foto di Alle Bonincalzi

lunedì 1 maggio 2017

Vademecum della felicità per chi affronta fecondazioni assistite

Urge definire il concetto di felicità. 
In questo contesto, ossia un blog sulla PMA, le dissertazioni filosofiche, seppur di indubbio interesse, lasciano il campo a prosaici tentativi di definizione dedotti dall'esperienza e dalla propria personale concezione della vita.

La felicità per me è l'entusiasmo per le piccole conquiste; la continua proiezione di sé in un futuro di cui il presente è fervente e passionale fucina di preparazione; la consapevolezza di quanto di bello si ha avuto in dono; l'orgoglio per le prove superate e l'umiltà di accettare che alcune, invece, non lo sono state.
La felicità è amore per la vita, per se stessi e per gli altri. Amare e essere amati, niente di più semplice e, al contempo, più essenziale. 

Come essere felici se l'infertilità sottopone a mortificazione e delusione, negando la realizzazione di un progetto d'amore totalizzante come lo è un figlio? 

Ciascuno troverà il proprio modo, consono al proprio carattere e alla propria sensibilità.

Io vi lascio il mio, valido per me e non universale, vademecum. Con un sorriso.

1. Amati, prenditi cura di te. Sii materna con te stessa.

2. Affronta la ricerca di un figlio come un viaggio dalla meta sconosciuta. Non perdere il piacere del percorso: godi del sole che scalda e della pioggia che rinfresca, sopporta la salita cantando e ammira il panorama che conquisti. La vita non è solo fecondazioni assistite, c'è altro: GUARDALO. 

3. Fai ciò che ritieni giusto per te. Segui l'istinto: nessuno può dirti cosa è meglio fare o come è meglio metabolizzare il tuo dolore. Puoi appoggiarti ai suggerimenti degli amici più cari e/o di uno psicologo, ma c'è uno spazio d'azione che è solo tuo.

4. Non chiuderti nella gabbia della tua sofferenza: condividi gioie e dolori con altri, comunica. Non sei un'aliena: gli altri possono comprenderti e tu puoi fare altrettanto con loro.

5. Anche le mamme soffrono. La maternità è una grande gioia, ma non è la soluzione a tutti i mali né è scevra da difficoltà e dolori. Sii consapevole che ognuno ha le proprie prove nella vita.

6. Concediti di crollare, piangere, urlare. Butta fuori il dolore e la rabbia. Ma poi rialzati!

7. Sii madre di idee, progetti, sogni. Partorisci la tua creatività nel modo in cui ti senti più realizzata: non si tratta necessariamente di avere un progetto artistico o letterario, ma di un approccio mentale alle cose quotidiane. Fare una torta o iscriversi ad un corso di yoga o imparare i rudimenti del cinese o concedersi buone letture o ballare il tango: non importa cosa e come, importa che tu sia... felice!. 

8. Sorridi, ridi e circondati di persone che ti fanno stare bene. Il resto del mondo accantonalo e, se non puoi farlo, perché è parte della tua famiglia o della tua equipe di lavoro, limita i tempi ad esso concessi.

9. Non dimenticarti del tuo compagno: soffre e gioisce con te. Ricordati che in due si è una famiglia completa.

fotografia di Francesca Guerrini

sabato 29 aprile 2017

Tentativi mirati e progetti in attesa della terza fecondazione assistita.

Maggio è alle porte e, con esso, arriva il profumo di primavera anche in Danimarca. Infagottata in un piumino, che dimetto durante le mie frequenti partenze per l'Italia, le scorse per vacanza, le prossime per lavoro.

Ho comprato due vestitini sul rosa, stretti in vita, con la gonna a ruota, da abbinare ad un paio di scarpe a pois tacco 12.

Se ho potuto concedermi di immaginare una Pasqua con il pancino, non posso farlo per il periodo successivo ad una terza fecondazione assistita in un centro in cui, pur non potendo esprimermi in valutazioni mediche che non mi competono, non mi sento seguita nel modo giusto.

Non ripeterei il trattamento a Copenhagen, se non l'avessi pagato, in una formula di 3x2 concessa ai residenti, quali noi siamo.

Penso molto. Mi perdo nel turbine da giostra dei miei progetti: è una giostra che ricorda l'infanzia e profuma di olio meccanico e popcorn. 

Penso ad una fivet all'estero a fine anno o a settembre; lo deciderà il mio livello di sopportazione fisica.
Penso ad un'estate di luce e sorrisi, dolce e fresca come un gelato. 
Penso al mio terzo romanzo da ultimare, ossia al mio terzo figlio di carta che è ora io partorisca, lasciandolo al mondo, dopo averlo cullato nel buio del mio ventre di fantasia e memoria.
Penso alle presentazioni e ai convegni per la penisola, con la valigia sempre troppo pesante da portare e sempre troppo piccola per contenerci il mio mondo.
Ogni tanto penso ad un figlio
Ogni tanto, se in sconto (al 70% potrei convincermi a comprare di tutto!), acquisto un completino unisex da neonato
A qualcuno servirà: a chi è già nella pancia della mamma, a chi lo sarà, seppur non nella mia. O forse nella mia.

Un modo strano di metabolizzare il dolore di un insuccesso, di una maternità negata
Eppure, davanti a completini bianchi, grigi e beige, sorrido. Perché sono deliziosi. E la vita è bella.

Forse mi concedo poco di cedere. 
Nel frattempo, però, grazie proprio a questo spazio virtuale, ho incontrato compagne di viaggio meravigliose: una fra queste mi ha inserito in un programma, da lei curato, per un'approccio olistico con l'endometriosi e l'infertilità
Ed allora, più spesso, oggi qualcosa viene a galla. 
Bisogna uscire dal buio delle proprie difese, se si vuol dare la luce.
Di questa esperienza vi parlerò in un prossimo post, però.

Questo è dedicato, come sentirete nel video che segue, ai tentativi mirati, ossia ai tentativi naturali, normali rapporti sessuali, che si cercano, però, di concentrare nel periodo fertile femminile, individuato tramite osservazione del proprio corpo e tramite stick che rivelano la presenza, nelle urine, dell'ormone LH
Si aggiunge, di solito, anche l'ausilio di un termometro per la temperatura basale: ma io vivo con stress quest'ultimo metodo, quindi lo ho escluso.
Vivo i tentativi mirati piuttosto bene, senza ossessione, senza che essi condizionino troppo la mia vita di coppia e con ironia e complicità con mio marito. 
Insomma... per ora tengo botta!



lunedì 3 aprile 2017

Oltre le stimolazioni c'è un mondo. Inizio Seconda Fivet.

Il video che ho postato ieri dista forse cinque giorni dal quello che oggi vedrete, in calce alle mie parole.

Le donne piangono, si disperano, fanno del dolore figli di sangue e lacrime.
Ma poi rinascono e sono pronte a ricominciare.

Perchè la Vita è bella. Perchè la Vita è una sorpresa. Perchè la Vita non mi sazia e non finisce, finchè davvero non è finita. Perchè la Vita mi innamora, mi ingravida di bellezze.

Dopo l'esito negativo del primo trattamento di PMA (Procreazione Medicalmente Assistita), iniziai subito un secondo iter che già vi svelo essere stato, oltre che infruttuoso, estremamente duro.

Qualche sorriso me lo ha rubato, ma altri ne ho ricevuto in dono.

Nel video che segue vedrete cosa fa una donna costretta dalla debolezza, conseguenza comune delle cure per la stimolazione ovarica, nello spazio di un divano a due posti.
Si può leggere, scrivere, sferruzzare, consultare documenti medici, ricordare il passato, affrontare il presente e costruire il futuro.

Datemi un divano e ne farò una casa.
Toglietemi un divano, siederò a gambe incrociate per terra e ne sognerò una, finchè la farò.



domenica 2 aprile 2017

Test negativo. Fine Prima Fivet

E, dopo 14 giorni dal trasferimento dell'embrione in utero, arriva una linea sola, sul test, a spaccare in due il cuore e la speranza.
Una. A sottolineare la solitudine e l'assenza.

La mia prima fivet (ma anche la mia seconda, ve lo anticipo) finisce così, con un test negativo e un pianto che libera il dolore e che annaffia la terra fertile da cui risorgere, ancora e ancora.
Non si è mai pronti davvero all'insuccesso, e forse neanche al successo, ossia all'essere genitori, anche se si è consapevoli delle percentuali di riuscita.

La sofferenza, la rabbia e il senso di ingiustizia tornano, quelle emozioni che da anni pensavamo non ci appartenessero più.
Tornano e richiedono accoglienza e attenzione, rendendoci madri del nostro dolore.
E del dolore saremo madri, come lo saremo della gioia. Perchè entrambi sono figli della Vita, gemelli nati in un abbraccio.

A seguire un video troppo lungo, troppo crudo, troppo struggente.
Ma era venerdì 10 febbraio 2017: questa donna ha riso e gioito, e pianto, ancora tante volte. E ancora lo farà.



giovedì 30 marzo 2017

La mia storia senza filtri. Prima Fivet

Oggi è il 30 marzo 2017: dopo due fivet fallite, eseguite rispettivamente a gennaio e febbraio, scorro i video nei quali ho raccontato gli aspetti medici e tecnici, ma soprattutto emotivi, del nuovo percorso intrapreso.

Mi soffermo su uno, piuttosto lungo. Sicuramente troppo lungo e dispersivo per le esigenze comunicative che impone un blog.
Eppure, a seguire, lo posterò, poichè in esso ho raccontato la mia storia di donna adulta, non solo relativamente alla fecondazione assistita.
Lo posterò perchè l'infertilità porta con sè frustazione e mortificazione della potenza creatrice, ma si supera, metabolizzando il dolore fino ad amarsi, come figlie di sè.

Io, che scrivo di storie di donne, donne sconosciute ma anche appartenenti alla mia famiglia, non ho mai pubblicato la mia di storia.
Non a caso, se pur  involontariamente, il mio primo romanzo non contiene i dettagli della mia vita, mentre il mio secondo, pur essendo una saga familiare, si interrompe nel giorno del mio menarca, a dodici anni. Il momento in cui, più simbolicamente che meramente fisicamente, si comincia a lasciare l'infanzia e a crescere come donne.

Ed eccomi qui, Emma senza filtri d'inchiostro, in questo video che ha i ritmi di un flusso di coscienza.

Parlo di me come figlia, come ex moglie, come moglie, come amica, come madre. Mi definisco sulla base di relazioni che sono fondamentali nella vita di ciascuno e che si evolvono con noi, rendendoci, attraverso il perdono e la comprensione dell'altro, più indulgenti verso noi stessi. 
Racconto le mie gioie e i miei dolori, tutte, se pur non in sequenza ordinata, con una naturalezza che quasi mi sorprende.

E mi definisco amata. Lo ribadisco più volte, nel video, questo mio dono prezioso, con un accenno di commozione.
Mi commuovo anche ora, nel riguardarmi. Perchè è assolutamente vero: io amo e sono amata esattamente per quello che sono, nella mia imperfezione. Ed anche io mi amo.



mercoledì 29 marzo 2017

Alla ricerca dei sintomi di gravidanza. Prima Fivet


Tutto può avere un aspetto ironico.
Anche una fecondazione assistita.
Anzi, ridere e sorridere dovrebbe essere previsto come terapia: forse non sveglierà ovaie ronfanti, forse non aiuterà l'embrione nell'impianto, ma di sicuro aiuterà la coppia infertile a mantenere un minimo di equilibrio mentale!

Il video che segue riguarda l'ossessione femminile che si sviluppa circa una settimana dopo il transfer dell'embrione (o degli embrioni) e continua fino all'esame delle beta.
Di che osessione parlo? Della ricerca, o meglio caccia, al sintomo rivelatore di gravidanza prima che trascorrano i giorni necessari per poterlo sapere grazie a prove schiaccianti.
Ed ecco, allora, che molte di noi, dopo aver trascorso notti a digitare su google per acquisire il numero più alto possibile di informazioni, cominciano a prestare attenzione ad oggi messaggio del proprio corpo, concentrandosi su seno e addome, ma non escludendo nessuna parte.

In realtà, con la logica lo sappiamo, i sintomi premestruali sono affini a quelli dell'inizio di una gravidanza e l'assunzione del progesterone, prevista nel protocollo, certo non rende più semplice la questione, portando con sè numerosi effetti collaterali che possono essere confusi con successo o insuccesso.

Non resta che aspettare 14 giorni (o meno, nel caso di blastocisti) dal pick up, ossia dall'aspirazione degli ovuli e successiva fecondazione in laboratorio di essi, lo sappiamo. Ma non possiamo resistere!



martedì 28 marzo 2017

Perchè fare fecondazioni assistite invece che adottare? 5 motivi

Tale post necessita di una premessa importante.
Non ci sono mamme "vere" e mamme di serie B.
Non ci sono forme di genitorialità migliori e altre meno totalizzanti.
Si è mamma e papà. Punto. Non occorrono specificazioni.

Ma l'iter per diventare genitori non è sempre lo stesso: c'è chi concepisce naturalmente (80% delle coppie); c'è chi ha difficoltà a concepire e ricorre alla PMA (Procreazione Medicalmente assistita); c'è chi adotta.
L'ordine di comparizione non corrisponde ad una presunta gerarchia fra le opzioni.

Chi sceglie l'iter della PMA risponde a se stesso e, in seguito, a molti altri, a seguito di domande in merito, sul perchè non ha privilegiato la scelta dell'adozione.
A volte le richieste altrui sono frutto dell'affetto e del desiderio di suggerire e incoraggiare, altre, invece, sono dettate dal biasimo verso chi si accanisce contro natura, negando amore a bambini che ne sono bisognosi.

Quelli che seguiranno sono i miei motivi personali, come si conviene a un blog che include ne ltitolo stesso la parola "diario". Non voglio fare proselitismo nè giustificarmi. Solo raccontarmi.

1. L'adozione non è un percorso connesso con l'infertilità.
Essere infertili non rende idonei genitori adottivi, così come l'essere fertili non esula dal poter intraprendere un percorso di adozione.

2. L'adozione non è un ripiego conseguente all'insuccesso della PMA.
Per adottare bisogna aver perfettamente elaborato il lutto della propria infertilità (ossia aborti e gravidanze mancate) e desiderare proprio quel bambino e nessun altro, arrivato in quel modo e non attraverso il proprio grembo.

3. La scelta della PMA non esclude quella dell'adozione.
Ci sono coppie che compiono le strade in parallelo, altre in fase della vita distinte. L'importante è essere genitori idonei al bambino, che è l'unico ad avere diritto ad una famiglia.

4. L'adozione rende mamma e papà come tutti gli altri, ma richiede un percorso di accoglienza speciale.

Riporto, a seguire, la mia esperienza finora, che non esclude evoluzioni successive.
Essendo figlia di una donna adottata e avendo come "sorella" un'amica, non considero il DNA come unico elemento di legame viscerale e familiare.

Anni fa, già vivendo in Danimarca, ho contattato vari tribunali italiani per chiedere informazioni circa la nostra condizione di coppia risiedente all'estero da meno di tre anni, tenuta quindi ad un percorso di adozione, ma in primis ad un ottenimento dell'idoneità, in Italia.

Ho avuto estrema difficoltà nel reperire leggi e spiegazioni in merito dagli organi preposti. Solo il ministero degli esteri, non senza mia insistenza, mi ha fornito le delucidazioni necessarie.

Decidemmo di aspettare per poter semplificare adottando nella nazione in cui siamo residenti, per ovviare ad un iter burocratico già non snello per chi ha una condizione diversa dalla nostra.

Al momento i tempi sono legalmente maturi, ma noi, consapevoli che la nostra vita è in continuo spostamento per esigenze lavorative, pensiamo sia meglio offrire ad un bambino addottato, ossia che ha vissuto l'abbandono e il cambiamento di lingua e cultura in modo a volte traumatico, una vita radicata in una città e una relazione affettiva solida con parenti, in primis i nonni, e amici.

Decisione giusta? Non lo so. Per il momento è la nostra scelta ragionata.


5. Non si adotta perchè si vuol "fare del bene".
Si adotta senza senso di "beneficienza", ma con il medesimo desiderio con cui si concepisce un bambino. Si adotta per diventare mamma e papà, per rispondere ad un proprio egoistico (e sano) desiderio di genitorialità, perchè quel bambino non è un bisognoso che soffre, ma, semplicemente, NOSTRO FIGLIO.





lunedì 27 marzo 2017

Sogni e Delusioni post Transfer. Prima Fivet

Febbraio 2017

Ho voluto mettere a confronto due video registrati, nel corso della prima fivet, a distanza di pochi giorni.
Oltre le parole pronunciate, parlano le immagini.

Nel primo si vede una donna dagli occhi bistrati e sognanti, dall'ovale disteso del viso, incorniciato dai capelli che si concedono un boccolo accennato.

La donna racconta, speranzosa se pur consapevole delle basse percentuali di riuscita del trattamento, la "cova", termine poco medico, ma decisamente calzante, per descrivere le due settimane che separano l'impianto dell'embrione dal test di gravidanza, il quale svelerà se il tentativo di fecondazione è stato un successo o un insuccesso.

Nel secondo appare una donna con le guance arrossate dal pianto che spiccano sul'incarnato bianchissimo.
Distesa sul letto, senza trucco e con i capelli ancora umidi per la recente passeggiata sotto la pioggia, ella racconta di come ha appreso, tramite lettera in danese, che nessuno dei suoi quattro embrioni rimasti è sopravissuto in laboratorio, per essere poi congelato e impiantato in successivi tentativi senza dover ricorrere a nuove stimolazioni ormonali.

La donna è la stessa.
Sono sempre io: forte, decisa, romantica, triste, sfiduciata.
Sono sempre io, che cado e mi rialzo e so che lo rifarò, anche quando sono in fondo il pozzo.
So che le mie unghie si conficcheranno nelle pareti fangose e riguadagnerò la luce.

Vi anticipo che la fivet in questione ha avuto esito negativo, ma... to be contined!







sabato 25 marzo 2017

Perchè scrivere un blog "sui fatti propri"? 5 buoni motivi

Perchè scrivere un blog sui "Fatti propri"?

Chiederselo è comprensibile. Perchè una donna normale, non una VIP con uno stuolo di giornalisti al seguito, dovrebbe condividere una sfera molto intima della propria vita, nello specifico la ricerca di un figlio tramite fecondazione assistita? 
Dove è finito il senso del pudore? A cosa si è disposti a fare, pur di apparire? Domande sensate, a cui vorrei rispondere con il metodo collaudato dei "5 buoni motivi" che caratterizzano anche i blog più seri e titolati.

1. Scrivere è terapeutico quanto, e forse più, che assumere ormoni: permette di fare il punto e di far emergere verità che solo la riflessione (speculare) che il foglio bianco esige può far risultare lampanti. 

2. Scrivere è comunicazione, ossia ricerca di confronto e condivisione. 
Un blog permette di entrare in contatto, spesso non solo virtuale, con persone che possono comprenderti, insegnarti, confortarti. 
Oppure ti offre l'occasione di renderti utile a chi vive un iter analogo, ma ha meno esperienza sia in campo medico e tecnico che, soprattutto, in quello della metabolizzazione del dolore.

3. Scrivere consente di avere voce e infrangere tabù. 
Le donne affette da endometriosi o altre patologie, le donne infertili, le donne che cercano una gravidanza o intraprendono il percorso verso l'adozione, le donne che hanno rinunciato a tale sogno ma non al sorriso... queste donne esistono. 
E sono belle e perfette, nella loro straordinaria anormalità. Sono felici, soddisfatte, caparbie.

4. Scrivere e metterci la faccia (anche letteralmente, attraverso i video), mettendo in luce fragilità e insuccessi, ha una valenza sociale che si contrappone al falso e deleterio stereotipo della donna vincente e femminile solo se dipinta da colori edulcorati e non sporca del fango della risalita. 
Le Donne vere vincono, in vari modi, battaglie ardue, eppure, oltre ad essere guerriere, sono anche mogli, amiche, sorelle, colleghe, conoscenti. Noi ci siamo. 

5. Scrivere è un atto libero e liberale: così come è lecito esprimersi, lo stesso potere di scelta è dato al lettore. Basta un click per passare ad un blog successivo o a un articolo di attualità o alla lettura di un bel libro. 

Benvenuti.




martedì 21 marzo 2017

Post Transfer: Prima Fivet

Febbraio 2017



Post Pick-up: Prima Fivet

Febbraio 2017


Pre pick-up: Prima Fivet e riflessioni sull'endometriosi

25 Gennaio

Il giorno prima del pick-up, voglio raccontare la mia esperienza di donna con endometriosi.
Il dolore scava, mette alla prova, ma ci rende quello che siamo.
L'endometriosi è una malattia che va curata e accolta, perchè è parte della donna che ne è affetta.




Buchiamoci! Prima Fivet: stimolazione ovarica con Gonal F e Orgalutran

Gennaio 2017

Il video che segue non è relativo al primo giorno di terapia, quando io e Pietro, in preda al terrore nel maneggiare gli aghi, abbiamo involontariamente dato vita ad un siparietto tragicomico.
Fortunatamente, si prende subito la mano alle iniezioni sottocutanee, anche se il rischio di rompere un capillare e ritrovarsi con un livido da boxeur è sempre dietro l'angolo.







Iter PRIMA FIVET

INFERTILITY CENTER di Copenhagen
Gennaio-Febbraio 2017


età lei: 39 anni
età lui: 41 anni

causa infertilità: endometriosi


trattamento: FIVET OMOLOGA

Stimolazione:
4 giorni Gonal F 75 mg;
3 giorni Gonal F 87,5 mg;
3 giorni Orgalutran;
1 giorno Ovitrelle.

Pick-up:
prelievo di 5 ovuli in anestesia locale.

Transfer:
impianto di un embrione top quality di 2 cellule in seconda giornata.

Post Transfer:
3 ovuli di progesterone al giorno per 14 giorni

Esito:
test di gravidanza: negativo

Note:

Nessuno dei restanti 4 embrioni, se pur fecondati, ha raggiunto lo stadio di blastocisti, quindi non c'è stata crioconservazione.

La legge danese prevede l'impianto di massimo due embrioni, ma bisogna precisarlo e firmarlo o verrà impiantato un solo embrione.





Alla ricerca di Ludo

Aspetta.
Ascoltami.
Sono una Donna come te.

Ho iniziato a cercare un figlio molti anni fa, dieci per la precisione.
Durante i due anni di tentativi mirati, includenti tre mesi con terapia di clomifene citrato, rivelatasi devastante, non ho mai pensato al nome Ludovico/a.
Avevo scelto Matilde e Davide.
Avevo ventinove anni: un'altra età. E un altro corpo, minuto. E un'altra forza, tutta da scoprire. E un altro marito.

Oggi ho dieci anni in più: sono una Donna che ogni giorno diventa più tale.
Sono più formosa. Sono consapevole che la mia fragilità è la base su cui posso costruire la mia forza e, soprattutto, il mio coraggio. Sono divorziata e sposata con il mio Pietro.
E, quando dopo i transfer, al momento due, ho avuto la percezione di alcune cellule dentro di me le ho chiamate "Ludo", senza rifletterci.
Forse perchè mi ricorda il termine latino "ludus" ed è il gioco spensierato, come metafora, che auguro a mio figlio, a quello che, forse, un giorno, sarà vivo e a quelli che non lo sono e non saranno mai.
A quelli che non so dove siano, ma spero siano sempre cullati dalla mia memoria.

Questo è un blog che tratta di fecondazione assistita.
Ci saranno sigle, tecniche, nomi di farmaci. Tutto quel vocabolario di sigle e acronimi che sono ignorati da un fertile.
E ci saranno emozioni, considerazioni e percorsi, come in ogni diario che si rispetti.

A chi è rivolto il mio blog?

A te che digiti convulsamente domande su google per sentirti meno sola, meno spaventata, meno sfortunata.
A te che non sei mamma e ti senti, erroneamente, incompleta.
A te che piangi sui tuoi fallimenti e ti senti, erroneamente, infelice.
A te che piangi di commozione davanti a due linee rosa. Perchè te le sei guadagnate con immensa fatica.

A me, che non mi arrendo. A me che amo la vita. A me che sarò capace di essere felice, comunque vada.