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Sono una Donna come te.

martedì 21 marzo 2017

Alla ricerca di Ludo

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Sono una Donna come te.

Ho iniziato a cercare un figlio molti anni fa, dieci per la precisione.
Durante i due anni di tentativi mirati, includenti tre mesi con terapia di clomifene citrato, rivelatasi devastante, non ho mai pensato al nome Ludovico/a.
Avevo scelto Matilde e Davide.
Avevo ventinove anni: un'altra età. E un altro corpo, minuto. E un'altra forza, tutta da scoprire. E un altro marito.

Oggi ho dieci anni in più: sono una Donna che ogni giorno diventa più tale.
Sono più formosa. Sono consapevole che la mia fragilità è la base su cui posso costruire la mia forza e, soprattutto, il mio coraggio. Sono divorziata e sposata con il mio Pietro.
E, quando dopo i transfer, al momento due, ho avuto la percezione di alcune cellule dentro di me le ho chiamate "Ludo", senza rifletterci.
Forse perchè mi ricorda il termine latino "ludus" ed è il gioco spensierato, come metafora, che auguro a mio figlio, a quello che, forse, un giorno, sarà vivo e a quelli che non lo sono e non saranno mai.
A quelli che non so dove siano, ma spero siano sempre cullati dalla mia memoria.

Questo è un blog che tratta di fecondazione assistita.
Ci saranno sigle, tecniche, nomi di farmaci. Tutto quel vocabolario di sigle e acronimi che sono ignorati da un fertile.
E ci saranno emozioni, considerazioni e percorsi, come in ogni diario che si rispetti.

A chi è rivolto il mio blog?

A te che digiti convulsamente domande su google per sentirti meno sola, meno spaventata, meno sfortunata.
A te che non sei mamma e ti senti, erroneamente, incompleta.
A te che piangi sui tuoi fallimenti e ti senti, erroneamente, infelice.
A te che piangi di commozione davanti a due linee rosa. Perchè te le sei guadagnate con immensa fatica.

A me, che non mi arrendo. A me che amo la vita. A me che sarò capace di essere felice, comunque vada.



4 commenti:

  1. Questo diario farà bene a chi si ritrova angosciata nella stessa ricerca, a chi l'ha affrontata ed è uscita apparentemente sconfitta, e farà bene a te. La scrittura è davvero una meravigliosa terapia. Ti dico una cosa che sembra sciocca, ma per me si è rivelata vera dopo tante esperienze avute e con cui sono venuta a contatto:in realtà il tuo bambino è già stato concepito, perché esiste nel tuo cuore e nella tua testa. Si diventa mamma dal momento che ci si fa spazio per il desiderio di un figlio...un abbraccio pieno di forza

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  2. Ciao cara, sono d'accordo con quanto scrivi, sia sul potere terapeutico della scrittura e del racconto, sia sul momento in cui ci si sente mamme, caparbiamente. Grazie!

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  3. Brava, Emma, penso che questo blog servirà da incoraggiamento a molti: alle donne che si trovano in questa situazione e ai loro compagni, ma anche a chi, pur non vivendo in prima persona queste emozioni, potrà capirle un po' di più. Grazie.

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    1. Grazie a te Chiara: sono proprio i miei obiettivi. Un abbraccio

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