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sabato 29 aprile 2017

Tentativi mirati e progetti in attesa della terza fecondazione assistita.

Maggio è alle porte e, con esso, arriva il profumo di primavera anche in Danimarca. Infagottata in un piumino, che dimetto durante le mie frequenti partenze per l'Italia, le scorse per vacanza, le prossime per lavoro.

Ho comprato due vestitini sul rosa, stretti in vita, con la gonna a ruota, da abbinare ad un paio di scarpe a pois tacco 12.

Se ho potuto concedermi di immaginare una Pasqua con il pancino, non posso farlo per il periodo successivo ad una terza fecondazione assistita in un centro in cui, pur non potendo esprimermi in valutazioni mediche che non mi competono, non mi sento seguita nel modo giusto.

Non ripeterei il trattamento a Copenhagen, se non l'avessi pagato, in una formula di 3x2 concessa ai residenti, quali noi siamo.

Penso molto. Mi perdo nel turbine da giostra dei miei progetti: è una giostra che ricorda l'infanzia e profuma di olio meccanico e popcorn. 

Penso ad una fivet all'estero a fine anno o a settembre; lo deciderà il mio livello di sopportazione fisica.
Penso ad un'estate di luce e sorrisi, dolce e fresca come un gelato. 
Penso al mio terzo romanzo da ultimare, ossia al mio terzo figlio di carta che è ora io partorisca, lasciandolo al mondo, dopo averlo cullato nel buio del mio ventre di fantasia e memoria.
Penso alle presentazioni e ai convegni per la penisola, con la valigia sempre troppo pesante da portare e sempre troppo piccola per contenerci il mio mondo.
Ogni tanto penso ad un figlio
Ogni tanto, se in sconto (al 70% potrei convincermi a comprare di tutto!), acquisto un completino unisex da neonato
A qualcuno servirà: a chi è già nella pancia della mamma, a chi lo sarà, seppur non nella mia. O forse nella mia.

Un modo strano di metabolizzare il dolore di un insuccesso, di una maternità negata
Eppure, davanti a completini bianchi, grigi e beige, sorrido. Perché sono deliziosi. E la vita è bella.

Forse mi concedo poco di cedere. 
Nel frattempo, però, grazie proprio a questo spazio virtuale, ho incontrato compagne di viaggio meravigliose: una fra queste mi ha inserito in un programma, da lei curato, per un'approccio olistico con l'endometriosi e l'infertilità
Ed allora, più spesso, oggi qualcosa viene a galla. 
Bisogna uscire dal buio delle proprie difese, se si vuol dare la luce.
Di questa esperienza vi parlerò in un prossimo post, però.

Questo è dedicato, come sentirete nel video che segue, ai tentativi mirati, ossia ai tentativi naturali, normali rapporti sessuali, che si cercano, però, di concentrare nel periodo fertile femminile, individuato tramite osservazione del proprio corpo e tramite stick che rivelano la presenza, nelle urine, dell'ormone LH
Si aggiunge, di solito, anche l'ausilio di un termometro per la temperatura basale: ma io vivo con stress quest'ultimo metodo, quindi lo ho escluso.
Vivo i tentativi mirati piuttosto bene, senza ossessione, senza che essi condizionino troppo la mia vita di coppia e con ironia e complicità con mio marito. 
Insomma... per ora tengo botta!



lunedì 3 aprile 2017

Oltre le stimolazioni c'è un mondo. Inizio Seconda Fivet.

Il video che ho postato ieri dista forse cinque giorni dal quello che oggi vedrete, in calce alle mie parole.

Le donne piangono, si disperano, fanno del dolore figli di sangue e lacrime.
Ma poi rinascono e sono pronte a ricominciare.

Perchè la Vita è bella. Perchè la Vita è una sorpresa. Perchè la Vita non mi sazia e non finisce, finchè davvero non è finita. Perchè la Vita mi innamora, mi ingravida di bellezze.

Dopo l'esito negativo del primo trattamento di PMA (Procreazione Medicalmente Assistita), iniziai subito un secondo iter che già vi svelo essere stato, oltre che infruttuoso, estremamente duro.

Qualche sorriso me lo ha rubato, ma altri ne ho ricevuto in dono.

Nel video che segue vedrete cosa fa una donna costretta dalla debolezza, conseguenza comune delle cure per la stimolazione ovarica, nello spazio di un divano a due posti.
Si può leggere, scrivere, sferruzzare, consultare documenti medici, ricordare il passato, affrontare il presente e costruire il futuro.

Datemi un divano e ne farò una casa.
Toglietemi un divano, siederò a gambe incrociate per terra e ne sognerò una, finchè la farò.



domenica 2 aprile 2017

Test negativo. Fine Prima Fivet

E, dopo 14 giorni dal trasferimento dell'embrione in utero, arriva una linea sola, sul test, a spaccare in due il cuore e la speranza.
Una. A sottolineare la solitudine e l'assenza.

La mia prima fivet (ma anche la mia seconda, ve lo anticipo) finisce così, con un test negativo e un pianto che libera il dolore e che annaffia la terra fertile da cui risorgere, ancora e ancora.
Non si è mai pronti davvero all'insuccesso, e forse neanche al successo, ossia all'essere genitori, anche se si è consapevoli delle percentuali di riuscita.

La sofferenza, la rabbia e il senso di ingiustizia tornano, quelle emozioni che da anni pensavamo non ci appartenessero più.
Tornano e richiedono accoglienza e attenzione, rendendoci madri del nostro dolore.
E del dolore saremo madri, come lo saremo della gioia. Perchè entrambi sono figli della Vita, gemelli nati in un abbraccio.

A seguire un video troppo lungo, troppo crudo, troppo struggente.
Ma era venerdì 10 febbraio 2017: questa donna ha riso e gioito, e pianto, ancora tante volte. E ancora lo farà.